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Doubled mortality rate during the COVID-19 pandemic in Italy: quantifying what is not captured by surveillance
 

Testo liberamente tratto dall’articolo sulla Fondazione Veronesi a firma Fabio Di Todaro
 

Fino a oggi, in dieci mesi, il Covid-19 è costato la vita a oltre 60mila italiani (...) Sul totale dei decessi in più, conteggiati durante la prima ondata quanti rientrano nei numeri ufficiali? Meno della metà (43.5 per cento), secondo uno studio appena pubblicato sulla rivista Public Health.

Dentro questo insieme maggioritario di morti senza “etichetta”, una parte è costituita da persone scomparse a causa diretta dell’epidemia ma senza che l’infezione sia loro mai stata accertata (...)  A pesare altrettanto, se non di più, sarebbe però il numero di persone che hanno perso la vita non a causa della malattia da coronavirus. Questa è l’ipotesi esplorata attraverso un modello matematico sviluppato per valutare l’entità delle vittime in eccesso dovute alla Covid-19. «Da questo si evince che una quota consistente di morti in eccesso sia dovuta al mancato accesso alle cure per altre malattie», dichiara Anna Odone, ordinario di igiene all’Università di Pavia e prima firma della pubblicazione, curata assieme a Davide Delmonte ricercatore assegnista all’istituto IMEM del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Parma e all'Università Vita-Salute San Raffaele.

Anna Odone, Davide Delmonte, Giovanni Gaetti, Carlo Signorelli,
Doubled mortality rate during the COVID-19 pandemic in Italy: quantifying what is not captured by surveillance,
Public Health, 2020,
https://doi.org/10.1016/j.puhe.2020.11.016.