GammaDrone  
Drone con guida aptica per la localizzazione ed identificazione di sorgenti radioattive disperse nell’ambiente
Programma "AMICO" CNR - POC-MISE 2020
  Progetto concluso [2021-2022]
Capo Progetto: Davide Calestani

Il progetto GammaDrone rientra nel Programma "AMICO" del CNR, finanziato attraverso il bando "Proof of Concept (POC)" emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico e che per l’attuazione si avvale del Soggetto gestore Agenzia Nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. (Invitalia).

Obiettivo del bando è sostenere un percorso di innalzamento del livello di maturità delle invenzioni brevettate dai soggetti appartenenti al mondo della ricerca, affinché possano diventare oggetto di azioni di sviluppo anche, e soprattutto, da parte del sistema imprenditoriale.

La tecnologia brevettata dal CNR e dall'Università di Parma che si vuole migliorare nel corso del progetto è relativa ad una tecnica di guida di un veicolo autonomo e del suo sistema per la rivelazione di sostanze inquinanti. Il sensore di cui è equipaggiato il veicolo invia alla stazione di controllo un segnale più o meno intenso a seconda della distanza dalla sostanza inquinante. Un software dedicato trasforma questo segnale in una sensazione di forza sul joystick di guida, cosicché il pilota avverte un bacino attrattivo intorno alla sorgente del segnale ed è portato a guidare velocemente il veicolo verso questa.

aptic uav system

Il sistema è stato dimostrato nel caso di un UAV equipaggiato con uno spettrometro di raggi gamma per la rivelazione ed identificazione di materiale nucleare disperso nell’ambiente. La tecnologia di guida aptica è stata ampiamente testata in esperimenti simulati, in esperimenti in laboratorio e anche in campo.

Il prototipo precedentemente realizzato presentava un rivelatore piccolo, utile per dimostrare la tecnologia (TRL=4) ma non adatto alle applicazioni reali. Affinché il sistema possa essere di maggiore interesse per l'industria è necessario: i) aumentare di almeno 10 volte la sensibilità del rivelatore (ad es. aumentandone le dimensioni), mantenendo leggero il sistema, ii) dotare il sistema di un software di identificazione delle sorgenti radioattive, 3) dimostrarne l’operatività in ambiente industriale (TRL=6).

Il progetto è svolto da IMEM-CNR in collaborazione con due2lab s.r.l. e CAEN.S.p.A.